La circolare va oltre l’ordinanza di Schillaci
La Regione Emilia Romagna, con circolare del 16/11/2022, a commento dell’Ordinanza del Ministro Schillaci del 31/10/2022, avente ad oggetto il mantenimento dell’obbligo delle mascherine nelle strutture sanitarie , afferma che tale disposizione, in ossequio al predetto provvedimento, troverebbe applicazione oltre che:
- nelle strutture sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali, ecc.
anche
- negli studi professionali privati ivi inclusi gli studi dei medici di medicina generale/pediatri di libera scelta e odontoiatri.
Si tratta di una “licenza”, fra le tante, che la Regione si prende, allargando sempre di più il suo intervento, oltre le previsioni di legge e regolamentari.
L’ordinanza di Schillaci è chiara nel limitare l’obbligo solo alle strutture sanitarie e socio sanitarie ma nonostante ciò tale imposizione viene estesa anche agli studi privati.
Ora, da un punto di vista scientifico occorre precisare che il Ministro fa riferimento alla nota prot. n. 44824-28/10/2022-DGPRE della Direzione Generale Prevenzione Sanitaria al fine di fondare la propria decisione e non si capisce, quindi, la portata interpretativa estensiva da parte della Servizio Sanitario Regionale: è evidente che se da tale “nota” fosse emersa la necessità di estendere l’obbligo anche agli studi privati, Schillaci lo avrebbe previsto.
Sotto il profilo giuridico legale occorre sottolineare con forza che l’utilizzo obbligatorio di tale tipologia di presidi, sulla cui efficacia è aperto, fra l’altro, un dibattito scientifico da tempo, limitando il diritto di libertà fisica di cui all’art. 13 della Costituzione, deve costituire un’eccezione limitata agli stretti casi di effettiva necessità, non potendosi ammettere un’applicazione estensiva con semplice circolare amministrativa.
Si tratta di un pericoloso fenomeno, cui stiamo assistendo sempre di più negli ultimi tempi, di erosione in via non legislativa dei diritti dei cittadini i quali si trovano compressi in una sorta di manovra a tenaglia: in alto vi è la normativa dell’Unione Europea, adottata, principalmente dalla Commissione, organo burocratico e non democratico, ed in basso assistiamo, invece, ad una proliferazione ormai incontrollata di “disposizioni” precettive ad opera dell’apparato amministrativo sempre più invadente e pervadente la vita privata dei cittadini.