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“MESSA DA REQUIEM” DELLA CORTE COSTITUZIONALE SULLA “IDEOLOGIA GOVERNATIVA”

Pare che la Corte Costituzionale si sia stancata dei diktat e delle proroghe emergenziali cui ci hanno sottoposto i nostri governi negli ultimi due anni.

L’ideologia di fondo, che traspare con estrema evidenza, nelle politiche attuate da chi detiene il potere è che i diritti soggettivi degli individui, siano essi ralativi alla salute che economici, debbano cedere rispetto al supposto superiore interesse delle collettività ed alla cosiddetta funzione sociale.

Con la Sentenza n. 213 dell’11/11/2021 (redatta dal giuslavorista prof. Giovanni Amoroso) la Corte Costituzionale da uno stop (e ne ha il potere) al governo ed anche al parlamento, lanciando un preciso messaggio interpretativo ed ermeneutico ai giudici che avranno l’onere di decidere sulle istanze di giustizia loro sottoposte.

Ecco il monito della Corte:

questa misura emergenziale è prevista fino al 31 dicembre 2021 e deve ritenersi senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale”

La sentenza ha ad oggetto la “proroga della sospensione degli sfratti” e quindi la compressione del “diritto di proprietà” ma si fa fatica a non leggere nel portato “stringente e pregnante” della motivazione, (si badi bene posta alla fine della parte motivazionale della sentenza, di 22 pagine, e prima della parte dispositiva, ovvero decisioria), un “obiter dictum” ovvero una interpretazione che la Corte esprime e che deve essere tenuta in considerazione quando il legislatore od i giudici dovranno trattare casi analoghi, ovverosia questioni aventi ad oggetto diritti soggettivi garantiti costituzionalmente.

In particolare la Consulta stabilisce che il 31 dicembre 2021 è una data fissata senza possibilità di ulteriore proroga, così come evidenzia che la compressione del diritto (di proprietà, in questo caso) ha raggiunto il limite massimo di tollerabilità.

Ovviamente ciascuno è libero di trarre le conclusioni che più lo convincono ma credo che sarà molto difficile ignorare le parole della Corte Costituzionale che paiono cadere come una imprevista mannaia sulla visione ideologica dei diritti delle persone, che da individuali, non si sa per qual motivo, dovrebbero trasformarsi solo ed esclusivamente in collettivi, a sacrificio di qualunque costo.

Di Avv. Mauro Franchi

Membro di Praesidium, osservatorio giuridico costituito in Parma per la tutela dei diritti costituzionali dei cittadini

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