Pubblichiamo il testo della lettera indirizzata da una studentessa al Rettore dell’Università di Parma.
“Gent.mo Magnifico Rettore Prof. Andrei Paolo,
sono una studentessa dell’Ateneo e Le scrivo in merito alla Sua decisione di non attuare la didattica mista per il primo semestre dell’anno accademico 21/22 e, invece, di procedere verso la didattica in presenza al 100%.
Come Lei sicuramente è a conoscenza, il vaccino non è obbligatorio e, di conseguenza, è una scelta strettamente personale. Io tempo fa ho preso la decisione di non vaccinarmi in quanto spaventata dalle possibili reazioni avverse e danni collaterali, di cui non si può negare l’eventualità.
Scegliere una didattica strettamente in presenza, senza tenere conto che come me ci sono anche tantissimi altri ragazzi e ragazze e anche del fatto che siamo ancora in una situazione instabile, credo sia altamente discriminatorio e soprattutto lesivo di un diritto inviolabile quale il diritto allo studio (art.34 Cost.).
La informo anche che, non permettendomi di andare in presenza in quanto soggetto non avente il green pass (strumento, oltretutto, introdotto tramite Decreto Legge considerato illegittimo e anticostituzionale) ma dandomi la possibilità di seguire delle video registrazioni, Lei mi sta precludendo la possibilità di avere rapporti con i miei compagni in aula e avere una vita universitaria concreta. Per di più il mio corso prevede un tirocinio obbligatorio (che è possibile fare solamente se in possesso di green pass) che se non effettuato, mi precluderebbe la possibilità di laurearmi. In quanto studentessa con una media di voti del 28.7, tutto ciò credo sia lesivo sia per la mia persona che per l’Università stessa che perderebbe una studentessa con voti eccellenti e che ha sempre sostenuto gli esami in tempo restando perfettamente in linea col proseguimento dell’anno accademico e delle lezioni.
Sono consapevole del fatto che il green pass si possa ottenere con il tampone (sia nasale, tra l’altro nocivo per la salute, che, forse, in futuro, salivare) ma credo che Lei sia a conoscenza del fatto che entrambi prevedono un costo che non tutti possono permettersi di affrontare ogni 48 ore.
Se, in questo modo, si vuole imporre alla mia persona l’obbligo di vaccinazione per poter frequentare le lezioni chiedo, di conseguenza, una assicurazione da parte dell’Università che possa coprire eventuali danni o effetti avversi da vaccino. In più, richiedo che mi vengano risarciti non solo danni fisici ma anche morali e psicologici poiché il mio stato emotivo è stato fermamente compromesso e continua ad esserlo tutt’ora.
Se questa proposta non è possibile, Le chiedo allora di rivalutare l’inserimento della didattica a distanza oppure l’inserimento di tamponi gratuiti e non solo per i non vaccinati, ma anche per i vaccinati in quanto anche loro possono risultare positivi come si verifica tutti i giorni nel nostro Paese.
Cordiali saluti”
Una Studentessa dell’Università di Parma
Una risposta su “Lettera di una Studentessa al Rettore dell’Università di Parma”
Scrivendo la lettera al presidente Mattarella mi sento sollevata da un grosso macigno.
Spero che tanti lo faranno e non potrà non ascoltare il grido di dolore che giunge da tutta la nostra cara penisola
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